2014/2015 “θεύς – God”

Come si scrive una commedia di successo? La cosa più logica sarebbe partire dall’inizio e giungere ad un finale a effetto, risolutivo e appagante per il pubblico. Ma non è così facile. La metacommedia God di Woody Allen, scritta nel 1975 e divenuta θεύς nell’adattamento registico di Carlo Dariol, rappresenta l’impossibilità di trovare un finale di commedia che non sia assurdo come la vita stessa. In un teatro dell’antica Atene (o della nostra San Donà?), un attore, Diàbete, e un commediografo, Epàtite da Rodi, stanno allestendo un dramma che ha come protagonista uno schiavo, Fidìpide, alle prese con una pericolosa missione presso re Edipo. Non sapendo come concludere efficacemente la loro commedia, i due accettano il suggerimento dell’inventore Trichìnosi, che propone loro di usare un deus ex machina, un meccanismo che consente di far scendere dall’alto una divinità per risolvere una situazione critica altrimenti irresolubile: “Zeus, Padre degli Dei, scende drammaticamente dall’alto e, brandendo i suoi fulmini, porta la salvezza a un grato e impotente gruppo di mortali”. L’idea che θεύς-Zeus-Dio possa intervenire e risolvere con un happy end le intricate vicende terrene è spettacolare, se non fosse che… In questa commedia alla ricerca di un finale fin dall’inizio si entra e si esce dalla finzione, si susseguono trovate metateatrali e interventi di personaggi moderni, come quello di Dora Pedretti, la ragazza ebrea (il testo è pur sempre di Woody Allen!) che a sorpresa entra in scena e si ritrova a filosofeggiare e a flirtare con antichi greci. Anche il tradizionale e classicissimo coro greco rinuncia a essere tragica voce della coscienza filosofica o religiosa per diventare bisbetico e divertito contrappunto delle umane debolezze. Eppure, tra le battute dissacranti e grottesche della commedia si può sentire l’eco – seria, questa volta – dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij: “se Dio non esiste, tutto è permesso”. E se invece esiste, quali le conseguenze? Dio è morto? E dunque? E cos’è ‘reale’? Siamo persone o personaggi, autori veri o fittizi delle nostre storie? s.f.

Personaggi Interpreti
Diąbete, attore Riccardo Grandin
Epątite, scrittore Federico Mariuzzo
Dora Pedretti, ebrea di Noventa Marta Buscato
Cameriera di Fantuzallen Ludovica Rorato
Fantuzallen Matteo Fantuz
Trichģnosi Vittorio Rorato
Tricņmonas, quindi Deus Emanuele Pividori
Suggeritrice Sara Fedrigo
Uomo Alessandro Pizzato
Lorenzo Miller Riccardo Pasti
Donna arrabbiata Jasrin Kaur
Gertrude, monaca di Monza Anna Roman
CORO Erica Bejaj
Sara Fedrigo
Giulia Gusso
Carlotta Jacono
Miriam Oajdea
Ludovica Rorato
Angelica Rossi
Cistifella Anna Chiara Trano
Padrone Filippo Facci
Rita Parker Beatrice Bossi
Camilla Parker Laura Zago
Lona Parker Cristina Zambon
Guardia Francesco Zorzetto
Donna pugnalata Aurora Finotto
Re Luca Beltramello
Dottore Ludovica Rorato
Fattorina della Posta Angelica Giordan
Rocky Balboa Matteo Fantuz
Zorro Ludovica Rorato

Regia di

Curatrice del progetto-teatro: Stefania Fiocchi

Un ringraziamento a Cristina Bincoletto, docente ITP autrice della locandina, e a Fernando Solida, autore delle riprese e del DVD.

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